mercoledì 7 novembre 2012

Prima tappa di viaggio...la terra dove sono cresciuta!

PONTREMOLI, la terra dove sono cresciuta.
Una piccola grande città in miniatura, in bilico tra il passato e il futuro, lontana dal traffico, dalla corsa, dalla violenza e allo stesso tempo immersa nel villaggio globale della comunicazione di cui anche la Lunigiana è diventata un quartiere.

 
Non sembra una piccola Firenze? Così da tanti viene soprannominata!
 
Le prime notizie su Pontremoli risalgono all' epoca romana, anche se non si esclude che vi fossero insediamenti umani già diversi secoli in precedenza.
Ancor prima di far parte del Granducato di Toscana, Pontremoli fu per anni attraversata da diversi governi tra cui quello di Francia, Spagna e Repubblica di Genova.
Il comune di Pontremoli è un comune dell'Italia centrale nella regione Toscana, in provincia di Massa Carrara.
Il nome deriva da pons tremulus o pontremulus riferendosi ad un ponte "mal sicuro" "poco agevole".
 
 
I suoi abitanti si chiamano pontremolesi. Ebbene sì...anche io ho il mio lato pontremolese!
 
In vacanza a Pontremoli il turista potrà scegliere di visitare il suggestivo borgo sia da un punto di vista storico, visitando le chiese e gli antichi castelli della città, sia da un punto di vista naturalistico.
Pontremoli infatti offre interessanti scorci paesaggistici e itinerari nel verde da percorrere a piedi o in bicicletta.
 

 

Tappe obbligatorie
 
 
 
Il Castello del Piagnaro del X secolo, situato nell'omonimo borgo che prende il nome dalla vicina cava di "piagne" usate per i tetti delle case.
Secondo il racconto popolare, il licantropo terrorizza le notti degli abitanti del Piagnaro e popola di rumori e visioni la stretta via. Chi lo incontra, per svelarsi, non lo deve guardare per non morire immediatamente di paura! Se riesce a salire tre scalini può considerarsi fuori pericolo! (La leggenda del lupo mannaro)
 
 
 
 
 
 
La Cattedrale di Santa Maria del Popolo.
 
 
 
 
 
La Chiesa della Santissima Annunziata.
 
 
 
 
 
 
Il Museo delle Statue Stele della Lunigiana, con esposizioni in originale o in calce di monumenti votivi preistorici. Collezione unica in tutta Italia. Le sagome stilizzate di figure umane scolpite nella roccia mantengono intatto il loro fascino anche dopo tremila anni di storia.
 
 
 
 
 
Da non perdere (magari dopo essere usciti da una delle tipiche trattorie del luogo!!!) una passeggiata per i Chiosi fino a Villa Dosi, di bella architettura settecentesca.
La posizione della villa e l'interno ricordano direttamente le ville medicee anche se è evidente la rielaborazione barocca del linguaggio classico.
 
 
 
 
Il Premio Bancarella
 
Pontremoli è nota come Città del Libro.
Ogni anno in luglio, Pontremoli rinfresca le sue tradizioni letterarie nate nel '700, accogliendo il Premio Letterario "Bancarella". Accanto al Bancarella nel tempo si sono aggiunti il "Bancarellino", riservato alla letteratura per ragazzi, e il "Bancarella sport" che premia i migliori libri di carattere sportivo.
Queste manifestazioni ricordano che furono proprio i maestri librai locali a diffondere in tutta Italia, qualche secolo fa, la vendita dei libri all' aperto.
Stiamo parlando di una kermesse che ha visto la vittoria e la partecipazione di personalità di altissimo prestigio. Pensate a John Grisham, Ken Follet, Umberto Eco, Enzo Biagi, Guareschi.
E' un premio che ha tenuto a battesimo Pasternak ed Hemingway, col "Dottor Zivago" e "Il vecchio e il mare".
"Questa è la terra dove si nasce librai" scrive nel 1952 Oriana Fallaci.
 
 
 
 
Una tradizione culinaria
 
Se è vero che Pontremoli vanta caratteristiche storico culturali invidiabili che ne fanno una delle più interessanti cittadine minori della Toscana, la sua tradizione culinaria non è da meno. Una notevole varietà di piatti elaborati, partendo tuttavia da pochi e semplici ingredienti, caratterizzano una cucina "povera" oggi rivalutata per gusto e leggerezza; così le verdure divengono gustose torte, la farina di castagno può presentarsi in un intero menù (lasagne bastarde, gnocchi mesci, pattona) e non mancano i funghi raccolti nei boschi della Lunigiana.
Ripieni di erbe, torte di erbe, di porri, di riso e cipolle, di patate e porri; funghi ripieni e pane cotto nei tradizionali testi, sono specialità che caratterizzano Pontremoli.
Materie prime povere quindi, come la farina l'a cqua e il sale, che uniti danno magicamente forma ai testaroli, piccole losanghe di sottile sfoglia, fatte rinvenire in acqua bollente e poi condite con pesto, olio o sugo di funghi, forse il piatto più famoso della Lunigiana.
Dall' allevamento si ottengono non solo salumi come la spalla cotta, il culatello, il filetto, la mortadella, ma anche l' agnello di Zeri, buonissimo arrosto con patate, il capretto alla cacciatora, il coniglio con polenta.
Unici sono anche i dessert, a cominciare dai pregiati "amor" alla crema, per arrivare alla "spongata", dolce natalizio formato da due strati di pasta che si farciscono con miele, pane, frutta secca aromi e spezie.
Il filo conduttore della cucina lunigianese è rappresentato da due utensili: il "testo" e il "luar". Il primo è un recipiente di argilla o ghisa di media grandezza, che fa da tramite tra il fuoco e il cibo, il secondo, onnipresente per stendere la pasta.
Ora non vi resta che organizzare una domenica fuori porta all' insegna del buon cibo, in una piccola terra ricca di storia, tradizioni, bellezze!
 
 
 
I funghi dei boschi della Lunigiana.
 
 
 
 
I famosi testaroli :-)
 


 
Gli amor...che bontà!
 


 
La spongata, dolce tipico natalizio.
 



I testi di ghisa.



 
Antica Pasticceria degli Svizzeri (dal 1842).
 
 
 
 
Il mio appunto di questo viaggio
 
Penso che Pontremoli sia una città che possa davvero essere al centro dell'attenzione mediatica e godere di un flusso turistico considerevole. Può essere un punto di riferimento per tutte quelle persone che amano frequentare località autentiche e tranquille, dove vivere momenti d' arte e di cultura in serenità, in un habitat storico e naturale di pregio.
Penso che Pontremoli possa sognare.
Sognare di essere una cittadina viva e vivace, sognare di essere all' attenzione dell' opinione pubblica, sognare di farcela ad uscire dal provincialismo perbenista, sognare di condividere un concreto progetto di sviluppo per il futuro dei giovani.
Quei giovani come me che vogliono, si, sognare ma non dormono, come invece pensa qualcuno!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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