mercoledì 13 marzo 2013

Habemus Papam


Un affettuoso "buonasera" e un semplice sorriso.
Il primo gesuita Papa, Bergoglio che si chiamerà Francesco.

Credenti o non...è un momento che unisce tutto il mondo...pensiamoci...

sabato 2 marzo 2013

Buona comunicazione a tutti!

Finalmente il sole ed un clima primaverile. A volte basta davvero poco per svegliarsi di buonumore! Dopo diversi giorni di stanchezza, noie quotidiane, ed anche un pò di sconforto, oggi ho ritrovato la Marzia che è in me, tendente all' ottimismo!
Ora vi aspetterete una delle mie ricettine...io che trovo il piacere nelle piccole cose, ed in cucina mi circondo di attimi di serenità! Ma con un sabato così...oggi in casa non mi ci rinchiudo!
Programma della giornata?
Mare, focaccia al formaggio (obbligatoriamente tappa a Recco) e a farmi coccolare un pò dai miei zietti liguri!
Quindi un "post al volo" per augurarvi un buon fine settimana...anzi...una buona comunicazione a tutti!
 
La mia riflessione oggi trae spunto da un percorso fatto di passione, emozioni e di tanti contatti umani, che se presi per il verso giusto possono dare tante soddisfazioni.
Essere insegnanti di indoor cycling equivale in primis ad essere dei buon comunicatori. Avere capacità comunicative prevede delle doti innate ma è anche una padronanza che va costruita quotidianamente e che richiede conoscenze specifiche in materia.
Durante la mia formazione mi hanno insegnato che alla base di una buona comunicazione c'è sempre un buon ascolto. Dobbiamo imparare ad ascoltare gli altri e saperli osservare, così come importante è sapersi ascoltare. Conoscerci meglio ci permette di avere un equilibrio interiore migliore che ci consente di dedicarci agli altri, e metterci nelle condizioni di essere loro di aiuto.
L' importanza dei nostri sensi e la capacità di spostare l' attenzione su tutto il corpo, scendere dal Nord al Centro al Sud, essere consapevoli che gli organi sono tutti importanti a partire dalla pelle, che è la prima a percepire le sensazioni esterne e prima di tutte fa da protezione e da contenitore al nostro corpo. Quando si dice: "A pelle non mi piace!".
Inizialmente è stato un pò faticoso concentrarmi su questi aspetti, saper usare la vista non per guardare ma per imparare a vedere, con occhi attenti, quello che i corpi degli altri comunicano. Ma con un pò di pratica e di conoscenza ne sono uscita notevolmente arricchita!
Ho capito quanto è importante la figura dell' istruttore, che ha la funzione di guidare il gruppo. Durante le lezioni sono consapevole della mia posizione di "superiorità". Sono una leader a tutti gli effetti (no...non me la sto tirando!). Non prendetene l' aspetto negativo, che ha attualmente questo termine. La figura dell' insegnante è una guida, che conduce la classe, attenta ai bisogni e alle necessità del gruppo nel suo complesso e di ogni singolo componente dello stesso.
Chi ha la fortuna di fare questa attività si trova di fronte generalmente una classe eterogenea. Può avere il ciclista, lo sportivo che deve mantenere la forma fisica, chi fa saltuariamente  attività sportiva e la famosa Signora Pina che per la prima volta si avvicina alla disciplina e allo sport in genere!
L' approccio dell' istruttore dovrà essere diverso per ogni categoria, e il messaggio che deve passare è che lui è lì per ognuno di loro.
E' qui che diventa importante conoscere le tecniche della comunicazione. Saper osservare tutta la persona ed imparare a cogliere, soprattutto dai segnali del corpo, quelo che ci sta comunicando con il suo non-verbale, che è quello attendibile perchè il corpo non mente mai!
 
Quindi, anche se non siete istruttori indoor cycling, sappiate che siete comunque dei  comunicatori a tutti gli effetti.
Ognuno comunica secondo le prorpie necessità, il prorpio stile ed il prorpio ambiente!
 
Ora scappo che mi aspetta un' oretta di macchina e una dose industriale di focaccia al formaggio :D
 
Buona comunicazione a tutti!

martedì 26 febbraio 2013

Bando alle ciancie...è l' ora dei cenci!

Rieccomi a scrivere sul mio blog dopo una lunga assenza dovuta, purtroppo, a cause di forza maggiore. Ammetto anche di aver avuto migliaia di cose da fare e non sono riuscita a ritagliarmi qualche spazio da dedicare a tutti voi. Il tempo vola e ci vorrebbero giornate di 48 ore. Tra una cosa e l' altra si fanno subito le sei di sera ed è l' ora di andare in palestra, salire in sella e tra un brano musicale e l'altro, una doccia bollente "allontana stanchezza" e la "chioma" da asciugare con cura (quest' anno mi sono ammalata troppe volte), si fanno le nove passate che devo ancora arrivare a casa e preparare la cena. Mica male...vero? Così arriva quell' ora in cui è troppo presto per dormire ma troppo tardi per fare altro. E un istante dopo è mattina!

L' ultimo post (forse l' avete letto, forse no) risale ai Befanini, simpatici biscottini di chiusura delle feste natalizie.
Trascorrono a malapena trenta giorni dall' Epifania, che è di nuovo festa!
Per chi nasce (vive) a Viareggio e dintorni il Carnevale non è solo un evento sul calendario: è un vero e proprio stato mentale, un rito collettivo atteso nei restanti undici mesi dell' anno, un appuntamento pensato, sognato, sentito ed infine vissuto anima e corpo.
Coriandoli come nel giorno del giudizio, vestiti e trucchi fantasiosi per essere nei giorni di Carnevale ciò che non si può essere nella vita di tutti i giorni, carri di cartapesta colorati ed enormi, il broncio di un bambino (ci aggiungo anche il mio!) per uno zucchero filato caduto in terra in mezzo alle stelle filanti!
E poi c' è la musica: ballano i figuranti sui carri in movimento mettendo in scena delle vere e proprie coreografie, ballano i nonni con i nipotini, ballano i ragazzi, ballano persino le signore impellicciate sulle tribune di Piazza Mazzini.
A Viareggio nelle vene, oltre che al sangue, scorrono i coriandoli!

Se a me piace?
Ancora mi ricordo con affetto le storielle del Carnevale con le maschere tradizionali che la maestra ci raccontava alle elementari: Colombina, Pulcinella, Arlecchino, Pantalone e Balanzone...mi stavano simpatici e a pensarci mi piace ancora quell' allure un pò vintage e romantica che conservano.
E poi ci sono loro...i cenci...al primo posto nell' hit parade dei miei dolci preferiti!
I cenci non sono altro che una variante delle chiacchiere che si preparano qui in Versilia, semplici sfoglie fritte, conosciuti in tutte le regioni d' Italia con diversi nomi e forme, quasi a voler giocare di fantasia in armonia con la festa.
 
Qualche curiosità in merito :-)
Si ritiene che la prima ricetta sia da far risalire all' epoca degli antichi Romani, che nello stesso periodo in cui oggi noi festeggiamo il Carnevale, erano soliti mangiare "frictilia" (il nome rende l' idea!), leccornie fritte nel grasso di maiale. La parola ciencio invece ha origini antiche, molto probabilmente fiorentine, ma il suo uso si è diffuso in tutta la Toscana. I dolci carnevaleschi hanno infatti la forma di un pezzo di stoffa.

Andandone matta, mi sono cimentata più volte nella loro preparazione, prendendo spunto da ricette differenti, fino ad elaborarne una un pò personalizzata!
C' è chi usa il philadelphia al posto del burro e uova (scusate...ma sta roba non si può guardare). Un' altra variante riguarda il liquore ad hoc: chi il rum, chi la grappa,  chi il vinsanto, chi il Marsala, chi l' alchermes o il fondo dela bottiglia! Il mio voto va al vinsanto con l' aggiunta di arancia grattata, il cui profumo mi fa tornare a quando era bambina.
Un cucchiaio di bicarbonato aiuterà poi i cenci ad essere leggeri come una piuma e ad avere quelle bollicine friabili sulla superficie, pronte per essere innevate di zucchero a velo!


Cosa ti serve...

350 gr di farina 00
40 gr  di zucchero semolato
40 gr di burro
2 uova
1 cucchiaio di bicarbonato
1 arancia grattata
2 cucchiai di vinsanto
1 pizzico di sale
circa 500 ml di olio per friggere (olio di semi) oppure strutto (punto di fumo superiore a qualsiasi olio)
zucchero a velo q.b.


Come procedere

Versare la farina su un piano di lavoro piuttosto ampio, fare un "cratere" al centro e disporvi lo zucchero, il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti, le uova, il bicarbonato, il pizzico di sale, il vinsanto e l' arancia grattuggiata.
Lavorare tutti gli ingredienti con le dita, almeno per una decina di minuti, fino a che la pasta ottenuta non si appiccichi più alle mani e diventi una massa omogenea, liscia e ben elastica.
Avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare un' oretta in frigorifero.

Stendere l' impasto dei cenci con la macchina per fare la pasta (io questa operazione la faccio almeno due volte, perchè mi piacciono molto friabili e leggeri), cercando di ottenere una sfoglia sottilissima. Utilizzare nel procedimento la farina, per evitare che la pasta si appicchici, ma fare attenzione a scuoterla via tutta altrimenti durante la cottura sarà la prima cosa a bruciare!

Dividere la sfoglia di pasta in rettagongoli (più o meno della dimensione di una mano) e praticare due incisioni parallele al centro con la rotellina (come quella per i ravioli). Migliora la cottura e aumenta la fragranza.

Scaldare l' olio in una padella molto larga e quando arriva alla temperatura di 180° C iniziare a friggere i cenci. Per rendersi conto di quando l' olio è pronto, in mancanza di un termometro da cucina, immergervi un pò di pasta fino a che quest' ultima non sarà immediatamente circondata da tante bollicine.

Friggere i cenci diverse volte, per circa 30 secondi per lato, facendo attenzione che non brucino e girandoli con una pinza o con due forchette.

Sgocciolare con la schiumarola su una dose abbondante di carta assorbente e spolverizzare con zucchero a velo quando sono ancora tiepidi.

Se avanzano (ne dubito!) conservateli in un contenitore a chiusura ermetica per qualche giorno.


 
 
Consigli utili
 
Per chi è a dieta, i cenci al forno sono una gustosa variante leggera alla ricetta classica.
Il procedimento rimane il medesimo, cambia solo la cottura. Basterà disporre i cenci in una teglia coperta da carta da forno e cuocerli in forno preriscaldato a 180° C per circa 15 minuti.
Una volta cotti spolverizzateli con lo zucchero a velo e serviteli super leggeri ad amici, bambini e parenti.

PS: a mio parere le cose buone come queste si fanno una volta sola ma si fanno nella maniera giusta!
Anzi, per tutti gli "anti-dieta" suggerisco l' intingolo nella cioccolata ("lardolminali" garantiti)!





sabato 5 gennaio 2013

Befanini per grandi e piccini!

Ciao a tutti...grandi e piccini!
Manca pochissimo all' Epifania e come di tradizione altro giro altra corsa alla ricerca di piccoli pensierini da fare alle persone a me più care, compresa la mia dolce metà, che ogni anno si sveglia contento come un bambino, passando da una stanza all' altra della casa alla ricerca della calza (devo ancora pensare ad un buon nascondiglio)!
Sarà che già a Natale ho regalato pensierini ini ini che più ini non si può (la crisi sembra non finire più), sarà che un pò della mia immaginazione è andata esaurita con le festività precedenti, sarà che adoro cucinare...mi è venuta un' ottima idea!
Se anche voi non sapete cosa regalare per Befana, fate come me...
Aprite la dispensa, prendete la farina, lo zucchero e invadete la vostra casa di un impasto semplice e profumato, un gusto avvolgente e stuzzicante, una delizia per il palato e per gli occhi.
Dopo il pandoro e il panettone è il turno dei "Befanini": buoni, belli, facili ed economici!

I Befanini sono semplici biscotti di forma variabile (stelle, fiori, cuori, animali...) decorati con zuccherini colorati.

La ricetta è abbastanza antica ed è nella zona in cui abito, la Versilia, che consiste nella parte nord-occidentale della costa toscana sotto la provincia di Lucca e comprende i quattro comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Serravezza e Stazzema.

La Versilia vanta ricette storiche, tradizionali, semplici, ma gustose, tipiche della cucina povera e contadina: ed i Befanini sono uno di questi prodotti caratteristici, talmente famosi che al giorno d' oggi il loro consumo è dilagato in gran parte della Toscana, ed anche oltri i confini di essa.

I Befanini sono nati dalla creatività delle massaie dell' epoca e dall' esigenza di preparare  qualche cosa di sfizioso e celebrativo per il periodo natalizio, avendo a disposizione solo ingredienti semplici e di uso quotidiano.

Questi biscotti sono tipici delle feste natalizie e, più precisamente, come suggerisce il nome, sono dolci che si mangiano per il giorno della Befana e tradizionalmente vengono preparati il 5 gennaio.

Un tempo i Befanini venivano messi in cestini decorati con carta colorata e venivano regalati agli amici, parenti e conoscenti, ma soprattutto alle puerpere, in quanto il pensiero popolare attribuiva ai Befanini la capacità di garantire loro abbondante latte.

Oltre a scambiarsi i biscotti, nelle famiglie era comune scambiarsi anche le formine usate e la ricetta la si passava di generazione in generazione.

I Befanini sono sempre stati anche i doni più comuni portati di casa in casa dai Befani, durante la tradizionale Befanata.

La Befanata era un rito, estinto nella mia zona da più di 15 anni ormai, attraverso il quale veniva onorata la figura della Befana: consisteva in piccoli gruppi di bambini e ragazzini vestiti da straccioni, con viso nero tinto col carbone (i Befanini, appunto) i quali, muniti di un grande canestro colmo di caramelle, arance, frutta secca e Befanini (e spesso anche da strumenti musicali folkloristici), andavano di casa in casa il giorno dell' Epifania e la sua vigilia, cantando la filastrocca della Befana e lasciando alle famiglie qualche dono dalla cesta in cambio di una piccola offerta.

I Befanini sono prodotti esclusivamente artigianali; da quel che so non esistono ditte che li producono industrialmente (per lo meno non nella mia zona).
Sono messi in commercio dai panifici, dalle pasticcerie e dai reparti gastronomici dei supermercati, ma sono comunque preparati manualmente, secondo la ricetta tradizionale, e sono venduti all' etto.

Sono abbastanza economici e, proprio a causa di ciò, si sta perdendo la tradizione di prepararli in casa; ammetto che acquistarli già fatti è molto più comodo, ma io preferisco farli da sola, dato che sono veloci da preparare, gli ingredienti sono facilmente reperibili (personalmente mi basta comprare solo i chicchini colorati, il resto a casa non manca quasi mai!), e sotto le vacanze di Natale, tutti abbiamo più tempo da dedicare a questi piccoli piaceri/passatempi culinari!

Ora però veniamo al dunque...
Un' ora di tempo, dosi, varianti e briciole condivise con voi.


Ingredienti per un cesto di befanini

1 kg di farina
500 gr di zucchero
200 gr di burro
5 uova intere
2 bustine di lievito
2 bustine di vanillina
2 arance (scorza grattuggiata)
2 limoni (scorza grattuggiata)
1 bicchiere di rum o liquore all' anice (io preferisco il rum)
1 bicchiere di latte scarso
1 pizzico di sale
Confettini o codette zuccherate colorate


Preparazione

Disporre la farina e lo zucchero a fontana e fare un buco in cima. Unire quattro uova, le scorze grattuggiate di arance e limoni, il burro fatto ammorbidire a temperatura ambiente, il lievito, la vanillina, il bicchiere di rum ed un pizzico di sale.
Per ultimo versare il latte.
Impastare velocemente il tutto e, quando il composto sarà bello omogeneo e liscio, formare una palla, metterla in una ciotola, ricoprirla con la pellicola trasparente e farla riposare in frigo per almeno 30 minuti.
Trascorso questo tempo, stendere l' impasto con il mattarello su di un piano infarinato, in modo non troppo sottile (all' incirca un centimetro) e, con stampini di varie forme, creare i Befanini.

Disporre i biscotti su una placca da forno foderata con un foglio di carta forno (oppure se preferite imburrate la placca), distanziati tra loro, di un paio di centimetri.
Poi, usando la F di flessibilità, sponnelarvi sopra l' uovo rimasto sbattuto e cospargervi gli zuccherini colorati.
Io li ho aggiunti a fine cottura...spenellando sopra i biscotti un pò di marmellata e poi subito gli zuccherini.



Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti circa, finchè non diventano di un bel colore dorato.



Offriteli ai parenti e amici, oppure come ho fatto io, impacchetateli e regalateli alle persone che amate: saranno un dono graditissimo :-)




















PS: lasciate qualche Befanino per la Befana, sarà contenta di assaggiarne qualcuno prima di riempire di dolciumi, caramelle e carbone le calzette appese al camino!

lunedì 31 dicembre 2012

E crescendo impari...

Crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose.
Non è quella che si insegue a vent' anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi.
La felicità non è quella che affanosamente si insegue credendo che l' amore sia  tutto o niente; non è quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari.
La felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità è fatta di cose minime ma preziose. 
E impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le noti di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall' inverno, e che sederti a leggere all' ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l' amore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze, ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli  attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami.
E impari che c' è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c'è nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingstone.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
 
 
Fabio Volo - Il Volo del mattino.
 
 
 
San Silvestro 2013...
tra pentole e fornelli, una cenetta a lume di candela ed un augurio a tutti quanti per un Anno Nuovo che sia migliore e ricco di gioia!
 
 

domenica 23 dicembre 2012

Caro Babbo Natale...

Caro Babbo Natale...
ormai sono anni che so che non esisti, ma ringrazio i miei genitori che hanno mantenuto il più possibile questa illusione, facendomi passare dei meravigliosi Natali, forse i più belli, perchè le Feste viste da un bambino, con la spensieratezza, la gioia e la felicità più incondizionata non tornano più...
Quando cresci e cominci a vedere il Natale con gli occhi dei grandi, bhè...quella magia svanisce e spesso tutto si riduce ad una corsa frenetica all' ultimo regalo, ad organizzare cene e pranzi cercando di mettere d' accordo tutti i parenti e amici, sperando che nessuno si offenda ed altre mille piccole incombenze che tutti conosciamo bene...
A parte questo nel mio cuore Natale è sempre Natale e per fortuna ho la mia dolce metà, ho la mia mamma, ho il mio papà, ho i miei zietti...tutte persone a me care con le quali cerco sempre di estrapolare il più possibile il significato Natalizio vero....il resto è storia!
L' anno che è trascorso, dovendo fare un bilancio, posso dire che è passato abbastanza sereno (fra qualche arrabbiatura, sciagura ed inconveniente, ma mi stupirei se non ci fossero!!!).
Non ho beni materiali da chiederti caro Babbo Natale e non ho desideri insospesi (a parte un piccolo "Simoncino" o una piccola "Marziettina"!), ma un dono spirituale lo vorrei tanto, per me e per tutte le persone care che mi circondano, qualcosa che troppo spesso si dà per scontato...la salute!
Vorrei un' assicurazione sulla salute che garantisca benessere a vita, questo è il desiderio irrealizzabile, ma pieno di speranza di una bimba, non di una donna!
Per quel che vale mi impegnerò nel prossimo anno ad essere più paziente e ad imparare a contare fino a dieci quando mi arrabbio :-)
A non alzare la voce, soprattutto con la mia dolce metà a cui devo tantissimo e molto di più, e che se a volte è irascibile o nel suo mondo ha i suoi buoni motivi, che spesso e volentieri dimentico...
Per l' umanità vorrei che tu cancelassi dalle menti umane la stupidità, l' arroganza e l' intolleranza...credo che si starebbe un pò meglio e le cose potrebbero migliorare!
Adesso vedi tu quello che puoi fare (ma mi raccomando...metticela tutta!).
Per il momento ti ringrazio, ti abbraccio forte forte e ti dò una tiratina di barba...
Ah...un saluto alle renne!!!
 
BUON NATALE 2012 A TUTTI!
 

martedì 11 dicembre 2012

Preso in castagna!

Eccomi di nuovo qui...con una stanchezza bestiale...Sarà che è martedi (che trovo sempre più stancante del lunedì), sarà che ho avuto una giornata "full immersion", saranno le due ore trascorse in sella a passo di jump, tornanti e salite infinite... Ultimamente ho avuto qualche "intoppo", ma ammetto anche che con l' arrivo del freddo mi sono un pò impigrita (ovvero impoltronita!!!) e (ahimè) questo che considero il mio angolino del relax non ha avuto più le dovute attenzioni...quindi cercherò di rimediare! 
Ho deciso di concedermi una dolce pausa per ritemperare cuore e mente, postando una ricetta che definirei come la mia ultima riuscita, soffice, rustica, creazione di cui vado oltremodo fiera!
Ho preso ispirazione un pò da alcune ricette del web, un pò dal mio "estro culinario", ma soprattutto dalla farina che mi è stata regalata qualche giorno fa dalla mia fruttivendola di fiducia.
Il gusto è particolare, delicato e non invadente, l' incontro con i pinoli è sfizioso e poi dovrebbe rimanere soffice anche dopo giorni...
Dico dovrebbe perchè stamattina mi sono svegliata con una gran voglia di torta e caffelatte, ma...del mio dolce neanche l' ombra!!!
Se non era per quei pinoli trovati sul tappetto in sala...il mio "caro amoroso fidanzatino" avrebbe negato fino all' ultima briciola!!!
Che dire...più che dalle foto traete conclusione dall' accaduto!
Affrettatevi a mettervi ai fornelli: è buonissima :-)

Ma prima della ricetta parliamo un attimo di loro...le CASTAGNE!
Tra i più gustosi frutti autunnali (infatti sono reperibili nel periodo settembre-dicembre), sono un alimento molto nutriente e decisamente versatile.
Anche se comunemente si pensa che esse siano il frutto del castagno, è più corretto specificare che le castagne costituiscono il seme dell' albero, mentre il frutto vero e proprio è rappresentato dal riccio che le contiene.
La loro maturazione differisce anche dalla varietà e dalla zona di produzione. Cadono spontaneamente quando sono mature, pronte per essere raccolte e gustate!
Da tener presente che è un prodotto tipico dell' Europa meridionale, infatti il suo albero cresceva prevalentemente in questa zona ed è estremamente longevo.
E' un frutto abbastanza atipico, ricco di carboidrati complessi (amidi, simili a quelli di pasta e pane) e proteine.
Sono inoltre un' ottima fonte di vitamine molto importanti (quali C e B) e sali minerali (tra cui calcio, magnesio e potassio). Sono ricchissime anche di amminoaicidi essenziali.
Dal punto di vista calorico, 100 grammi di castagne (considerando solo la parte edibile) contengono oltre 200 calorie.
Direi che sono un prodotto alimentare bilanciato e sano.
Soprattutto per chi come me pratica molto sport...sono un alimento particolarmente adatto, visto che favoriscono il lavoro dei muscoli e stimolano la circolazione sanguigna.
Le definirei un ottimo alleato della salute che si combina con il buon gusto :-)
Sono moltissime le varietà e hanno una forma particolare, simile ad una pera di piccole dimensioni e piuttosto schiacciata. La buccia è di un bel marrone intenso, ma il colore, la forma e la dimensione si differenziano comunque in base alla varietà. Tra i più saporiti e noti, citiamo i marroni, che si riconoscono principalmente dalla dimensione .
Le castagne si prestano molto bene alla preparazione di dolci ma anche di ricette salate.
Possono essere consumate cotte oppure crude (in quest' ultimo caso mangiandole si avverte la presenza di acqua/succo durante la masticazione).
Tra le cotture le più classiche sono la bollitura in acqua oppure nel latte e la cottura arrosto. In questo secondo caso il guscio delle castagne va inciso con un taglio lungo 2-3 cm prima della cottura, per evitare che possano scoppiare mentre le si cucina :-)
Per arrostire le castagne si può utilizzare l' apposita padella forata, cuocendole sul fornello o sul fuoco a legna, oppure una teglia da inserire nel forno.
Nel primo caso rimarranno più morbide e cremose, viceversa ugualmente morbide ma meno farinose...anzi saranno abbastanza sode.
Nonostante la loro stagionalità possono essere reperibili tutto l' anno, grazie ai differenti metodi di conservazione, quali: l' essicazione del frutto intero, la bollitura (sottovuoto), la macinazione del frutto essicato da cui si ottiene la farina.
Pensare che in tempo di guerra e di carestie le persone sopravvivevano anche grazie al consumo di questo alimento. Da qui l' appellativo di "pane d' albero" : quante famiglie sono state sfamate e per quante generazioni. L' unica risorsa spesso era costituita da questo alimento che il poeta Attilo Bertolucci definisce il "frutto paziente".
Oggi rappresentano un ingrediente capace di insaporire zuppe e minestre, possono fungere da ripieno per raffinati piatti a base di carni bianche (pollo, faraona, tacchino) e, infine, è possibile farne uso per impreziosire molto dolci, pensiamo allo squisito Mont Blanc, ma anche alle molte torte, alle crostate, ai biscotti e alle mousse!
 
Vi vedo che siete lì che fremete, in attesa della ricettina della mia torta!
Quindi...bando alle ciance e per chi la volesse provare siete ancora in tempo :-)

 
TORTA SOFFICE ALLA FARINA DI CASTAGNE

Ingredienti

100 gr di farina
200 gr di farina di castagne
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
120 gr di zucchero di canna
160 gr di burro
1 bicchiere pieno di latte
1 cucchiaio abbondante di miele di castagno
5 uova
1 bustina di pinoli
 
 
Procedimento

Fare sciogliere il burro a temperatura ambiente, lavorarlo in una ciotola con i 5 tuorli di uovo e lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Setacciare la farina bianca e quella di castagne, quindi aggiungerle all' impasto. Lavorare per qualche minuto prima di incorporare il miele, versando poco alla volta anche il latte.
Montare i bianchi d' uovo a neve insieme al lievito, quindi amalgamare il tutto delicatamente con movimenti leggeri dal basso verso l' alto.
 

Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata, dopodichè aggiungere i pinoli sulla superficie.
 
 
Infornare a forno già preriscaldato a 180° per 45/50  minuti circa.
 
 

Più che delle foto fidatevi della mia parola e di quel ladruncolo del mio ragazzo: è buonissima, da provare!
 
 
Lo sapevate che...
Prendere in castagna, vale a dire in errore.
La locuzione originaria era "prendere in marrone" perchè marrone, dal latino medievale 'marro, marronis', significa errore. Il popolo, però, ha confuso il marrone-errore con il marrone frutto del castagno e ha detto "prendere in castagna". Con il trascorrere del tempo la versione popolare ha prevalso su quella dotta  e si è afferemata, appunto, l' espressione "prendere in castagna".