martedì 26 febbraio 2013

Bando alle ciancie...è l' ora dei cenci!

Rieccomi a scrivere sul mio blog dopo una lunga assenza dovuta, purtroppo, a cause di forza maggiore. Ammetto anche di aver avuto migliaia di cose da fare e non sono riuscita a ritagliarmi qualche spazio da dedicare a tutti voi. Il tempo vola e ci vorrebbero giornate di 48 ore. Tra una cosa e l' altra si fanno subito le sei di sera ed è l' ora di andare in palestra, salire in sella e tra un brano musicale e l'altro, una doccia bollente "allontana stanchezza" e la "chioma" da asciugare con cura (quest' anno mi sono ammalata troppe volte), si fanno le nove passate che devo ancora arrivare a casa e preparare la cena. Mica male...vero? Così arriva quell' ora in cui è troppo presto per dormire ma troppo tardi per fare altro. E un istante dopo è mattina!

L' ultimo post (forse l' avete letto, forse no) risale ai Befanini, simpatici biscottini di chiusura delle feste natalizie.
Trascorrono a malapena trenta giorni dall' Epifania, che è di nuovo festa!
Per chi nasce (vive) a Viareggio e dintorni il Carnevale non è solo un evento sul calendario: è un vero e proprio stato mentale, un rito collettivo atteso nei restanti undici mesi dell' anno, un appuntamento pensato, sognato, sentito ed infine vissuto anima e corpo.
Coriandoli come nel giorno del giudizio, vestiti e trucchi fantasiosi per essere nei giorni di Carnevale ciò che non si può essere nella vita di tutti i giorni, carri di cartapesta colorati ed enormi, il broncio di un bambino (ci aggiungo anche il mio!) per uno zucchero filato caduto in terra in mezzo alle stelle filanti!
E poi c' è la musica: ballano i figuranti sui carri in movimento mettendo in scena delle vere e proprie coreografie, ballano i nonni con i nipotini, ballano i ragazzi, ballano persino le signore impellicciate sulle tribune di Piazza Mazzini.
A Viareggio nelle vene, oltre che al sangue, scorrono i coriandoli!

Se a me piace?
Ancora mi ricordo con affetto le storielle del Carnevale con le maschere tradizionali che la maestra ci raccontava alle elementari: Colombina, Pulcinella, Arlecchino, Pantalone e Balanzone...mi stavano simpatici e a pensarci mi piace ancora quell' allure un pò vintage e romantica che conservano.
E poi ci sono loro...i cenci...al primo posto nell' hit parade dei miei dolci preferiti!
I cenci non sono altro che una variante delle chiacchiere che si preparano qui in Versilia, semplici sfoglie fritte, conosciuti in tutte le regioni d' Italia con diversi nomi e forme, quasi a voler giocare di fantasia in armonia con la festa.
 
Qualche curiosità in merito :-)
Si ritiene che la prima ricetta sia da far risalire all' epoca degli antichi Romani, che nello stesso periodo in cui oggi noi festeggiamo il Carnevale, erano soliti mangiare "frictilia" (il nome rende l' idea!), leccornie fritte nel grasso di maiale. La parola ciencio invece ha origini antiche, molto probabilmente fiorentine, ma il suo uso si è diffuso in tutta la Toscana. I dolci carnevaleschi hanno infatti la forma di un pezzo di stoffa.

Andandone matta, mi sono cimentata più volte nella loro preparazione, prendendo spunto da ricette differenti, fino ad elaborarne una un pò personalizzata!
C' è chi usa il philadelphia al posto del burro e uova (scusate...ma sta roba non si può guardare). Un' altra variante riguarda il liquore ad hoc: chi il rum, chi la grappa,  chi il vinsanto, chi il Marsala, chi l' alchermes o il fondo dela bottiglia! Il mio voto va al vinsanto con l' aggiunta di arancia grattata, il cui profumo mi fa tornare a quando era bambina.
Un cucchiaio di bicarbonato aiuterà poi i cenci ad essere leggeri come una piuma e ad avere quelle bollicine friabili sulla superficie, pronte per essere innevate di zucchero a velo!


Cosa ti serve...

350 gr di farina 00
40 gr  di zucchero semolato
40 gr di burro
2 uova
1 cucchiaio di bicarbonato
1 arancia grattata
2 cucchiai di vinsanto
1 pizzico di sale
circa 500 ml di olio per friggere (olio di semi) oppure strutto (punto di fumo superiore a qualsiasi olio)
zucchero a velo q.b.


Come procedere

Versare la farina su un piano di lavoro piuttosto ampio, fare un "cratere" al centro e disporvi lo zucchero, il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti, le uova, il bicarbonato, il pizzico di sale, il vinsanto e l' arancia grattuggiata.
Lavorare tutti gli ingredienti con le dita, almeno per una decina di minuti, fino a che la pasta ottenuta non si appiccichi più alle mani e diventi una massa omogenea, liscia e ben elastica.
Avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare un' oretta in frigorifero.

Stendere l' impasto dei cenci con la macchina per fare la pasta (io questa operazione la faccio almeno due volte, perchè mi piacciono molto friabili e leggeri), cercando di ottenere una sfoglia sottilissima. Utilizzare nel procedimento la farina, per evitare che la pasta si appicchici, ma fare attenzione a scuoterla via tutta altrimenti durante la cottura sarà la prima cosa a bruciare!

Dividere la sfoglia di pasta in rettagongoli (più o meno della dimensione di una mano) e praticare due incisioni parallele al centro con la rotellina (come quella per i ravioli). Migliora la cottura e aumenta la fragranza.

Scaldare l' olio in una padella molto larga e quando arriva alla temperatura di 180° C iniziare a friggere i cenci. Per rendersi conto di quando l' olio è pronto, in mancanza di un termometro da cucina, immergervi un pò di pasta fino a che quest' ultima non sarà immediatamente circondata da tante bollicine.

Friggere i cenci diverse volte, per circa 30 secondi per lato, facendo attenzione che non brucino e girandoli con una pinza o con due forchette.

Sgocciolare con la schiumarola su una dose abbondante di carta assorbente e spolverizzare con zucchero a velo quando sono ancora tiepidi.

Se avanzano (ne dubito!) conservateli in un contenitore a chiusura ermetica per qualche giorno.


 
 
Consigli utili
 
Per chi è a dieta, i cenci al forno sono una gustosa variante leggera alla ricetta classica.
Il procedimento rimane il medesimo, cambia solo la cottura. Basterà disporre i cenci in una teglia coperta da carta da forno e cuocerli in forno preriscaldato a 180° C per circa 15 minuti.
Una volta cotti spolverizzateli con lo zucchero a velo e serviteli super leggeri ad amici, bambini e parenti.

PS: a mio parere le cose buone come queste si fanno una volta sola ma si fanno nella maniera giusta!
Anzi, per tutti gli "anti-dieta" suggerisco l' intingolo nella cioccolata ("lardolminali" garantiti)!





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